La comunicazione è il luogo dove oggi accadono gli eventi, dove appaiono le trasformazioni della società, i percorsi virtuosi dello sviluppo e del progresso, e dietro al quale si intravedono i giochi di potere che muovono per imporre protagonisti e scenari, e rimuovere o costruire e attuare l’esclusione di parti consistenti di mondo, ambienti, sfere produttive, contenuti, culture.
In sostanza, la comunicazione è potere e questo potere crea una rappresentazione della realtà. Parziale, al più sintomatica, che deve essere di facile lettura, piegata agli interessi prevalenti, ai meglio posizionati.
Non esiste un primato di merito. La competizione globale ha pervaso ogni dimensione dell’esistenza, qui vince solo il più furbo o il più prepotente. Non c’è nessuna massificazione della informazione, non esiste un “mainstream” solo una rarefazione della stessa, che crea una sottile membrana sulla realtà coprendola e travestendola, travisandola comunque, completamente. Anche per una sorta di “pigrizia” e di appiattimento sulle correnti di pensiero più depressive, che spesso travolge gli addetti ai lavori. Che sono comunque “spettatori” a loro volta.
Non c’è quasi più nemmeno un “pubblico”, solo uditori alienati, quasi assenti. In questo contesto, il mondo delle tecnologie digitali coniugato con la professionalità dei comunicatori senza padrone consente di aprire dei varchi tra questa cappa di espressioni.
In tutto questo la comunicazione è dominante. L’informazione di risposta delle realtà minori e combattive, con qualità e sfidanti deve essere ribadita e sostenuta. Noi pensiamo che esista una verità sostanziale, che non è La Verità, ma è un accostamento alla stessa ragionato, plausibile. Che è sostenuto dai fatti. Questo approccio alla comunicazione, se fatto proprio nella collaborazione da realtà commerciali, enti, istituzioni, soggetti pubblici, privati che facciano della lealtà delle proprie proposte, della loro peculiare convenienza, un elemento edificante, crediamo possa generare ottime produzioni.
Comunicare, alla maniera antica, viso a viso, concentrandosi nell’ascolto dell’altro e cercando le parole che servono, che arrivano all’altro, paga ancora. Anzi, oggi forse più che mai, visto che la comunicazione sembra scomparsa, sostituita da questo tergiversare di affermazioni solitarie e certe. In questa assenza di comunicazione rischia di sparire l’informazione. Informazione che, specie in periodi di crisi, custodisce tutte le chiavi per la nostra sopravvivenza.

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